Sfrattopoli: associazioni di volontariato e terzo settore colpiti da provvedimenti amministrativi criminali

di Rita Mazzeo – da il Corviale, giornale delle periferie

Si pensava di aver toccato il fondo con Mafia Capitale e invece leggiamo su carte e cartelle impazzite che chi persegue il bene comune e combatte ogni giorno il degrado a Roma è più criminale di chi ha lucrato per anni sul disagio. Sono le cifre a dirlo: 100 milioni di euro è il danno erariale ipotizzato dalla Conte dei Conti, nell’ambito della inchiesta erroneamente chiamata “Affittopoli”, per canoni di locazione non riscossi su immobili che il Comune ha concesso, a partire dagli anni ’80, per uso sociale, contro i 21 milioni circa quantificati per Mafia Capitale.

Dunque, secondo la valutazione della procura contabile, le associazioni che si occupano di Sclerosi Laterale Amiotrofica a Roma, sono più mafiose di chi ha lucrato sul trasporto dei disabili, associazioni come Puzzle che insegna l’italiano agli stranieri e offre spazi gratuiti di coworking a giovani professionisti sono più criminali di chi ha lucrato sui migranti, organizzazioni come AGOP Onlus che assistono bambini affetti da tumori e danno ospitalità gratuita alle famiglie, sono più mafiosi di chi ha lucrato sulle politiche abitative, realtà come ARESAM Onlus, che si occupano di salute mentale, sostenendo chi ne soffre e i loro familiari, sono più criminali di chi ha lucrato per anni sui campi Rom, chi come il Coordinamento genitori democratici Onlus, si occupa di diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è più mafioso di chi ha guadagnato illecitamente sui minori non accompagnati.

E il Comune? Cosa intende fare degli innumerevoli sfratti indiscriminati e delle esorbitanti richieste di risarcimento, in alcuni casi si parla di milioni di euro, scagliati contro l’associazionismo romano? Cosa ne farà l’Amministrazione di Roma Capitale del Bene comune, della sussidiarietà, si prenderà la responsabilità nei confronti dei cittadini del vuoto socio-culturale che quelle decine e decine di locali lasceranno, tornando al loro stato di origine, prima della concessione d’uso, di beni pubblici in disuso ed abbandono?

Una cosa è certa, le associazioni colpite non ci stanno ad essere gettate nel calderone di Affittopoli, molte si sono organizzate e stanno conducendo da tempo una lotta contro questa grave ingiustizia. Si sono mosse ad esempio con la consegna il 9 marzo scorso alla Corte dei Conti della richiesta di deferimento del Vice Procuratore della Corte Regionale del Lazio dott. Guido Patti alla Commissione Disciplinare, il quale ha notificato finora 200 inviti a dedurre e 132 atti di citazione ad un gruppo di funzionari refrattari ai suoi “suggerimenti”, ovvero di procedere senza indugio con gli sfratti e le richieste di risarcimento alle associazioni.

Hanno fatto sentire la loro voce con sit-in, flash mob in piazza e davanti al Campidoglio, per chiedere di essere finalmente viste e perchè venisse riconosciuto il valore sociale delle attività che svolgono a beneficio delle fasce di cittadini più deboli (e spesso in collaborazione con l’amministrazione comunale). Il 5 aprile scorso un gruppo di associazioni (Aresam, CESV CILD, Corviale Domani, Coordinamento Periferie, Forum Terzo Settore Lazio, CGD Roma, CGD Nazionale, Fed.I.M, Reter, A Roma Insieme, Illuminatissimo, Ass. Amici Lazio, Fondazione Di Liegro, Ass. Vivere 2001 – Il Cantiere, Circolo Culturale Omosessuale M. Mieli) ha sottoscritto e consegnato una lettera alla Sindaca Raggi, nella quale le si chiedeva di “far finire questo scempio”, di riprendersi il ruolo di garante del benessere dei propri cittadini, di verificare ogni singolo caso e “non lasciare la vita di quelli più deboli ed emarginati in mano ai burocrati”. Il 6 aprile mentre all’interno della Corte dei Conti si teneva la prima delle udienze che vede come imputati i dirigenti di Roma Capitale per danno erariale (900 casi circa) e che ha affrontato solo le prime 20 storie (tra cui quelle di Sant’Egidio, Accademia del Cartone animato, Cgil, Capodarco, Unione inquilini, Agesci, Azione Parkinson), fuori si svolgeva un flash mob di protesta organizzato da Decide Roma, per chiedere con urgenza alla Sindaca un nuovo Regolamento partecipato sulla concessione ed uso dei beni comunali.

L’associazionismo e il volontariato romano sta percorrendo la sua Via Crucis, ma alla fine non pretenderà miracoli nè effetti speciali, solo buon senso, consapevolezza e giustizia sociale.

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