Festival della Salute Mentale Romens

La parola composta RO.MENS nasce dall’unione di RO che rappresentano le lettere iniziali di ROMA, con MENS che in latino può assumere diversi significati attribuibili al Festival tra i quali mente, anima, pensiero, riflessione, progetto, sentimento, coraggio e saggezza.
RO.MENS vuole essere un Festival di promozione e di prevenzione diffusa della salute mentale, per abbattere i muri del pregiudizio e per favorire atteggiamenti di accettazione. Vuole permettere ai cittadini, ed in particolare ai giovani, di facilitare i processi di inclusione e di combattere il pregiudizio e lo stigma nei confronti delle persone con grave disagio mentale, anche consentendo di conoscere i servizi pubblici del Dipartimento di Salute Mentale, con la collaborazione dei mass media, mettendo tutti insieme rappresentanti delle istituzioni, operatori, utenti, familiari, artisti, sportivi e protagonisti della cultura. Nella III Edizione una particolare attenzione è rivolta all’abitare, da coniugare in particolare nell’ambito della deistituzionalizzazione.

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Consiglio di Stato, duro colpo a diritti studenti con disabilità

Per FISH la sentenza del Consiglio di Stato è un duro colpo per i diritti degli studenti con disabilità. Questa decisione rischia di minare i diritti costituzionalmente garantiti e rappresenta un grave passo indietro nella tutela dei diritti fondamentali.

In primis negando il diritto all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione, che nella sentenza è declassato ad un semplice interesse legittimo, subordinato alle disponibilità di bilancio degli enti locali. Questo contrasta apertamente con la giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale, tra cui la sentenza n. 275/16. Il Consiglio di Stato che le richieste del PEI (Piano Educativo Individualizzato) possono essere disattese dai dirigenti scolastici e dagli uffici scolastici regionali, in contrasto con la sentenza dello stesso CdS n. 2023/17, che riconosceva l’autorità esclusiva del GLO nella determinazione del PEI. Ed ancora una visione distorta del concetto di “accomodamento ragionevole” previsto dall’art. 3, comma 2 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, in quanto la sentenza sostiene che qualsiasi intervento volto a garantire il diritto all’autonomia e alla comunicazione rappresenti un onere finanziario spropositato.

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FERMARE UNA TRAGICA NOSTALGIA DI MANICOMIO, E REAGIRE: Appello contro disegno di legge …

Il disegno di legge 1179/2024 “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale” presentato il 27 giugno dal senatore Zaffini (da altri ventidue senatori di Fratelli d’Italia e due di Noi Moderati), preoccupa e indigna chi, come noi, ha a cuore il diritto alla salute mentale di ogni persona, sancito dalla nostra Costituzione e affermato con la legge 180/78, la cosiddetta Legge Basaglia, che ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà, dignità e accesso ai diritti.

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Le novità editoriali di giugno, consigli di lettura per l’inizio dell’estate

  • I viaggi di Freud in Italia. Lettere e manoscritti inediti, di Marina D’Angelo;
  • Bambini in ostaggio. La voce dei bambini nelle separazioni conflittuali, di Cecilia Malombra e Elvezia Benini;
  • Lettera sull’amore (a tutte le età), di Vittorino Andreoli;
  • L’uomo che scambiò il suo lavoro per la sua vita. Come prosperare sul lavoro mettendo da parte il proprio bagaglio emotivo, di Naomi Shragai;
  • Ansia e angoscia: il soggetto in trappola. Orizzonti d’integrazione tra vuoto di desiderio e domanda dell’Altro, di Valeria Maiano, Erika Minazzi e Massimo Porta.

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Manicomio Perché? Quanto è difficile parlare ai giovani di salute mentale!

Ci chiediamo spesso, anche nella redazione del Centro Studi: come si parla di salute mentale ai giovani? Come si può fare una comunicazione utile ed efficace dei temi della salute mentale nelle scuole, nelle università, con chi è appena entrato nel mondo del lavoro?

Nell’anno del centenario basagliano ce lo siamo chiesti anche con più frequenza ed insistenza. E spesso la risposta, semplice e lapidaria, è stata: se glie lo dici così non ti ascoltano nemmeno.

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SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura): un nuovo modo di intendere la psichiatria

Sul reparto del SPDC se ne sono sentite tante, ma mai abbastanza. Che cos’è realmente questo reparto “speciale”? Che cosa accade al suo interno?

Partiamo dalla sua definizione, così, per chiarirci le idee. Il SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) è un reparto ospedaliero figlio della rivoluzione basagliana del 1978, in cui vengono trattati casi acuti inerenti alla sfera psichiatrica. In alcuni ospedali è collegato al reparto vero e proprio di Psichiatria.

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