Su Colle Cesarano

Abbiamo seguito, come tantissime persone, il Servizio di RAI3 su Colle Cesarano trasmesso il 13 Marzo u.s. nella trasmissione Presa Diretta. Molti dei nostri figli hanno avuto purtroppo una esperienza diretta di permanenza in quella struttura. Tutto quello mostrato è vero, e lo abbiamo riscontrato sulla pelle nostra e dei nostri cari.  

E’ stato uno stato di cose subito e sopportato con grande sofferenza: ci dicevamo che si, è vero, i privati devono gestire traendo pur un profitto,.. si..è vero… la crisi finanziaria non permette di ottenere servizi migliori, sì … è vero… le strutture pubbliche non ce la fanno con le loro limitate risorse… Così veniva detto, ci veniva detto. Ora si scopre che la proprietà della struttura pagava mazzette a funzionari e dirigenti della ASL, come denunciato pubblicamente dal vecchio proprietario, per ottenere accreditamento e finanziamenti. Gli sciacalli si sono cibati delle carni martoriate dei nostri figli. Tutto questo chiede non vendetta, ma almeno giustizia. In questo disgraziato paese, dove la corruzione è infiltrata dappertutto, la domanda di giustizia, una giustizia rapida, esemplare, efficiente, è ancora una invocazione, è ormai una domanda disperata ed esasperata, tanto che ad un certo punto ci sarà una goccia che farà traboccare il vaso e anche la giustizia,come sta succedendo alla sanità, diventerà un fatto privato e personale.
Oltre ad un problema miserrimo e oltraggioso di corruzione, se si è arrivati a questo punto è anche, e forse soprattutto, a causa della controriforma psichiatrica in atto da tempo, dapprima in forma strisciante ed ora in modo conclamato. La salute mentale è diventata ora un problema di posti letto, tipo e numero di personale da monitorare in strutture di degenza e assistenza controllata con finanziamenti pubblici dedicati, e la psichiatria, intesa come branca della medicina che dovrebbe avere come obiettivo la cura, il recupero dei sofferenti alla vita sociale, familiare e affettiva, insomma un ritorno alla SALUTE, dichiara fallimento. Assicurare un internamento umano e decente, non significa in ogni caso curare e riportare la salute. Una cura efficace, come ha dimostrato in maniera incontrovertibile la lezione umana e scientifica di Basaglia, non può fare a meno, oltre che delle terapie farmacologiche, di rapporti umani e sociali, di lavoro, di famiglia e questo può avvenire solo se si lavora nel territorio, con le persone. E tutto ciò naturalmente richiede un rafforzamento e non un depauperamento come sta avvenendo delle strutture territoriali dei servizi psichiatrici.

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